Virus ebola
Excalibur, una delle vittime del virus Ebola
Il cane di proprietà delle infermiera spagnola contagiata dal virus Ebola è stato soppresso e le sue spoglie cremate. Nonostante non si mai stata accertata la trasmissione del virus da cane ad uomo, l’animale è stato ugualmente eliminato, in quanto le autorità non hanno sentito le ragioni degli animalisti che proponevano, sensatamente, una quarantena ed un isolamento. Non è il caso di entrare nella polemica contro questa decisione che appare ingiustificata e dettata da eccesso di zelo, ma vale la pena di ribadire le acquisizioni scientifiche attualmente disponibili sull’argomento. Le principali informazioni provengono dal Centers for Disease Control and Prevention americano.
Cani
Ad oggi non vi sono casi documentati di diffusione di Ebola dal cane all'uomo o viceversa e solo uno studio del CDC ha valutato se i cani possano essere infettati o meno dal virus. Questo studio sulla prevalenza degli anticorpi contro il virus Ebola nei cani delle regioni del Gabon colpite dall'epidemia del 2001–2002 ha mostrato che "i cani possono essere infettati dal virus Ebola" ma non manifestano i sintomi e l’infezione alla fine scompare. Secondo David Moore, esperto di malattie infettive della London School of Hygiene and Tropical Medicine, poiché nessun cane ha mostrato i sintomi di Ebola "non vi sono assolutamente evidenze a sostegno di un ruolo del cane nella trasmissione" del virus. Inoltre, le notevoli differenze nel comportamento e nell'alimentazione nei cani d'affezione possono alterare il rischio di trasmissione del virus; infatti, la maggior parte dei cani del mondo occidentale si nutre di cibi per cani, mentre molti dei cani dello studio africano si nutrono di carcasse di piccoli animali morti con possibilità di esposizione al virus.
Ad oggi non vi sono casi documentati di diffusione di Ebola dal cane all'uomo o viceversa e solo uno studio del CDC ha valutato se i cani possano essere infettati o meno dal virus. Questo studio sulla prevalenza degli anticorpi contro il virus Ebola nei cani delle regioni del Gabon colpite dall'epidemia del 2001–2002 ha mostrato che "i cani possono essere infettati dal virus Ebola" ma non manifestano i sintomi e l’infezione alla fine scompare. Secondo David Moore, esperto di malattie infettive della London School of Hygiene and Tropical Medicine, poiché nessun cane ha mostrato i sintomi di Ebola "non vi sono assolutamente evidenze a sostegno di un ruolo del cane nella trasmissione" del virus. Inoltre, le notevoli differenze nel comportamento e nell'alimentazione nei cani d'affezione possono alterare il rischio di trasmissione del virus; infatti, la maggior parte dei cani del mondo occidentale si nutre di cibi per cani, mentre molti dei cani dello studio africano si nutrono di carcasse di piccoli animali morti con possibilità di esposizione al virus.
Pipistrelli
Gli studi e l’OMS suggeriscono che l'epidemia del 2014 può essere fatta risalire ai pipistrelli della frutta delle regioni africane occidentali.
Gli studi e l’OMS suggeriscono che l'epidemia del 2014 può essere fatta risalire ai pipistrelli della frutta delle regioni africane occidentali.
Primati
I primati non umani, come le scimmie, sono sospetti portatori della malattia e, come per l'uomo, il virus può ucciderli. Le ricerche hanno mostrato che le popolazioni di gorilla e scimpanzé subiscono massicci declini durante le epidemie di Ebola.
I primati non umani, come le scimmie, sono sospetti portatori della malattia e, come per l'uomo, il virus può ucciderli. Le ricerche hanno mostrato che le popolazioni di gorilla e scimpanzé subiscono massicci declini durante le epidemie di Ebola.
Uccelli
I dati circa la prevalenza di Ebola negli uccelli sono limitati ma uno studio del 2002 ha mostrato che la struttura del virus Ebola assomiglia molto a quella di molti virus avicoli.
I dati circa la prevalenza di Ebola negli uccelli sono limitati ma uno studio del 2002 ha mostrato che la struttura del virus Ebola assomiglia molto a quella di molti virus avicoli.
Suini
Un caso di trasmissione del virus tra suino e uomo avvenuto nelle Filippine ha fatto ipotizzare che i suini apparentemente sani possano trasmettere il virus alle scimmie senza contatto diretto, tuttavia gli stessi autori dello studio hanno concluso che non è ancora noto se il suino giochi un ruolo nella trasmissione naturale o nell'ecologia del virus Ebola in Africa.
Un caso di trasmissione del virus tra suino e uomo avvenuto nelle Filippine ha fatto ipotizzare che i suini apparentemente sani possano trasmettere il virus alle scimmie senza contatto diretto, tuttavia gli stessi autori dello studio hanno concluso che non è ancora noto se il suino giochi un ruolo nella trasmissione naturale o nell'ecologia del virus Ebola in Africa.
Altri animali domestici
Diversi studi effettuati negli anni ‘90 hanno riscontrato che alcuni animali, inclusi cavie, capre e cavalli, non mostravano alcun sintomo o sintomi lievi quando infettati sperimentalmente. Il virus non è stato osservato in queste specie in natura e, come i suini e il cane, questi animali non sembrano ammalarsi o morire per l'infezione.
Gatti
Si ritiene che i gatti siano immuni dato che il virus non è mai stato riscontrato in alcun felino.
Non è stato ancora individuato l’animale che costituisce la fonte primaria dell’infezione essendone l’ospite naturale, ma la trasmissione del virus è un problema differente. Poiché "la malattia letale è ad oggi stata osservata soltanto nell'uomo e nei primati e in poche specie di animali selvatici, sembra che la principale via di trasmissione sia il contatto tra uomo e uomo” afferma John Blackwell, Presidente della British Veterinary Association.