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Cosa fare se incontri un orso

 

Questa volta non parliamo solo di cani e gatti da compagnia ma di un altro animale che, a seguito di un ripopolamento effettuato negli ultimi anni, ha raggiunto un numero di esemplari ragguardevole (circa 45 esemplari) nelle montagne del Trentino soprattutto nel gruppo del Brenta: l’orso. Sicuramente incontrare un orso in libertà è una avventura ancora estremamente rara, anche in quanto in generale gli animali selvatici preferiscono fuggire alla vista dell’uomo, ma è opportuno conoscere alcune cose in proposito, al fine di evitare se possibile comportamenti pericolosi, soprattutto per chi ha in programma escursioni o campeggi in montagna. Riportiamo il decalogo pubblicato e diffuso dal Comitato di Zona AGESCI del Trentino-Alto Adige in collaborazione con il Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. - Ufficio Faunistico“

1. INFORMARE & RISPETTARE. In Trentino, dagli anni ‘90, la Provincia Autonoma di Trento, con un progetto (Life Ursus) finanziato dall’Unione Europea e in collaborazione con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed il Parco Adamello-Brenta, ha avviato la gestione per salvare l’orso bruno che era ridotto a 3-4 esemplari, introducendo 9 orsi dalla Slovenia. Negli anni successivi la colonia si è riprodotta naturalmente, trovando favorevoli condizioni ambientali (qualità importante del nostro habitat alpino), raggiungendo ora (2012) tra i 40 e i 45 esemplari (tra adulti, giovani e piccoli orsi), soprattutto residenti nel Trentino Occidentale (gruppo di Brenta, ma non solo). A tutto ciò deve essere dato un giusto rispetto ed apprezzamento, per garantire un ambiente favorevole alla biodiversità e alla convivenza delle diverse specie, segni di ricchezza e di cura del territorio alpino. Ora è in corso il progetto “Life Arctos” (da orso bruno= Ursus Arctos), dal 2010 al 1014, con altre importanti collaborazioni nazionali (v. il sito www.life-arctos.it, con vari documenti).

2. CONOSCERE. Occorre sapere che l’orso è un animale timido, schivo, solitario. Onnivoro e opportunista (che cerca cioè di sopravvivere nelle foreste col minimo sforzo possibile, ricercando il suo cibo, in prevalenza vegetale, sfruttando ciò che trova nel suo lungo vagabondare, specie di notte, anche per più di 20 Km al giorno!); le foreste con elevata biodiversità sono il suo ambiente ideale, ma spesso attraversa anche zone più antropizzate in cerca di rifiuti o di altro cibo disperso, coltivato o allevato dall’uomo.

3. CONSIGLIARE. Il primo consiglio da adottare quindi, per un campeggiatore o un escursionista di montagna, è di non disperdere nell’ambiente nessun residuo alimentare: i rifiuti e le provviste vanno accuratamente chiuse in sacchi o contenitori sigillati (l’orso ha un olfatto molto sensibile, ben più dell’uomo!) e collocati in zone protette, inaccessibili. I campeggiatori Nord-Americani consigliano di appendere le provviste ad una corda, in alto, durante la notte (con altezza adeguata, usando un albero e una carrucola…), ma basta anche curare bene la cambusa e chiudere le provviste e i rifiuti in appositi sacchi lontani dalle tende, senza quindi rilasciare odori! A maggior ragione l’orso non deve MAI essere attirato con del cibo, ad esempio per fotografarlo o filmarlo. Rendere un orso confidente con l’uomo può provocare dei grossi rischi per l’orso stesso e per le persone. E’, e deve rimanere, un animale selvatico e libero nel suo ambiente.

4. AVVISARE. L’orso è di natura molto sospettoso e timido, non si avvicina e non attacca l’uomo, ma non va provocato o spaventato specie se è in zone senza vie di fuga o se sta mangiando! Occorre quindi avvisare con suoni della propria presenza (i canti scout vanno benissimo…), evitando urla o di correre, se lo si incontra. Deve essere lasciato libero di allontanarsi, offrendoli una via di fuga sul terreno.

5. RETROCEDERE. In caso di un incontro ravvicinato è bene, mantenendo la calma, fermarsi o allontanarsi LENTAMENTE, retrocedendo, senza spaventarlo; se si trova con dei piccoli (mamma orsa con cuccioli) è bene sapere che cerca di difendere gli orsetti e che quindi vanno lasciati allontanare in tranquillità, senza spaventarli. Si deve inoltre evitare di avvicinarsi (magari per scattare una foto!).

RASSICURARE. Se incontrate un orso che si alza in piedi sulle due zampe posteriori lo fa solo per osservare meglio il territorio (vede meno bene dell’uomo) e non vuole con ciò attaccare, ma solo avere conferma delle sue informazioni uditive e olfattive. Se si dovesse avvicinare è consigliato, se non si riesce ad allontanarsi, di rannicchiarsi o stendersi a terra, immobili, protetti dallo zaino. Salire su un albero è un’altra soluzione, ma evitando sempre di allarmare l’orso. L’orso non attacca l’uomo se non viene spaventato! N.B.: queste cautele però, va precisato, sono mutuate dalle esperienze nord-americane, mentre in Italia nessun orso ha mai aggredito una persona; vi è quindi un’alta improbabilità che possa essere utile o necessario adottare queste cautele.

7. DOCUMENTARE. Se trovate delle sue tracce (orme sul terreno, ciuffi di pelo sui rami o tronchi, escrementi, grossi massi rovesciati o alberi graffiati dalle unghie…) è bene documentarle con foto o campioni (rilievo delle orme, prelievo di peli o escrementi, ecc.), segnalando con precisione il luogo e l’ora dell’avvistamento e i dati raccolti al Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. (al n. 0461-495940, e-mail: mailorso@provincia.tn.it) oppure alle Stazioni Forestali periferiche, presenti in ogni vallata. Questi dati sono di grande aiuto per la conoscenza e la protezione dell’orso, come anche per la tutela dei villeggianti, dei turisti e degli abitanti delle valli.

8. COMUNICARE. Segnalare quindi alla Stazione Forestale di competenza del luogo del vostro campeggio o transito il periodo di permanenza e le altre informazioni utili (n. di presenze, località esatta, itinerari di escursioni, ecc.) in modo da mantenere una opportuna conoscenza reciproca delle presenze di campeggiatori e delle possibili zone di transito segnalate dell’orso (se utile scambiando anche i propri n. di cellulare).

9. RICORDARE. Rammentate che la foresta, i boschi e le radure con coltivazioni, alveari, formicai, ecc., più sono varie e ricche di cibo per l’orso e più facile potrebbe essere rilevare nelle vicinanze la traccia della sua presenza o del suo passaggio (in prevalenza di sera o di notte): controllate quindi il territorio circostante, aprendo bene gli occhi su ciò che vi circonda.

10.OSSERVARE & RIFLETTERE. Ricordiamo, infine, che siamo solo ospiti nella NATURA (selvaggia o meno) che ci offre la sua antica, silenziosa e grande lezione di vita: cerchiamo di avvicinarci ad essa in punta di piedi, non lasciando traccia del nostro passaggio e osservando con attenzione ogni suo segno, colore, profumo e suono. L’orso lo sa fare molto meglio di noi e conosce il territorio alpino che esplora da molti più anni e secoli dell’uomo: occorre averne rispetto! La paura è un’altra cosa… BUON CAMPO A TUTTI!

il Comitato di Zona AGESCI del Trentino-Alto Adige in collaborazione con il Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. - Ufficio Faunistico giugno 2012

Per saperne di più: www.orso.provincia.tn.it

Data: 15-06-2015
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