Brexit
Brexit anche per cani e gatti?
Con non poche perplessità, resistenze e velate minacce di ritorsioni la Gran Bretagna si sta avviando a completare il suo progressivo distacco dalla comunità europea, comunemente definito come Brexit. Potrebbero farne le spese anche gli animali per i quali la Brexit potrebbe significare la revoca del Trattato di Lisbona che considera gli animali "sentient beings" (articolo 13 del Titolo II), vale a dire “esseri senzienti” per i quali quindi vengono applicate le leggi in ambito protezione animale. Il tentativo della deputata Caroline Lucas di inserire come emendamento nel diritto britannico il riconoscimento giuridico dell'animale come essere senziente è stato bocciato dal Parlamento con 313 voti contro 295 in favore. Il governo, accusato di insensibilità animalista, nella persona del primo ministro Theresa May ha replicato richiamando l'Animal Welfare Act 2006, una norma che contiene norme tutelanti per gli animali. Gli attivisti, al contrario, sostengono che solo con il recepimento giuridico del principio di Lisbona, il Regno Unito sarà vincolato a legiferare in maniera garantista per gli animali. L'Animal Welfare Act infatti non solo non fa cenno alla "sensibilità" animale, ma anche è una legge limitata agli animali da compagnia, escludendo i selvatici, gli animali da reddito e da laboratorio. I veterinari britannici riuniti nella BVA British Veterinary Association sostengono questa visione protezionistica del problema suffragata dal riconoscimento della senzienza animale su basi scientifiche. Alcune norme riguardanti il benessere animale durante il trasporto e la protezione nei macelli sono già state disattese fin dal marzo di quest’anno. La Brexit sembra preannunciarsi, almeno per ora, alquanto negativa verso la difesa del benessere animale.
Con non poche perplessità, resistenze e velate minacce di ritorsioni la Gran Bretagna si sta avviando a completare il suo progressivo distacco dalla comunità europea, comunemente definito come Brexit. Potrebbero farne le spese anche gli animali per i quali la Brexit potrebbe significare la revoca del Trattato di Lisbona che considera gli animali "sentient beings" (articolo 13 del Titolo II), vale a dire “esseri senzienti” per i quali quindi vengono applicate le leggi in ambito protezione animale. Il tentativo della deputata Caroline Lucas di inserire come emendamento nel diritto britannico il riconoscimento giuridico dell'animale come essere senziente è stato bocciato dal Parlamento con 313 voti contro 295 in favore. Il governo, accusato di insensibilità animalista, nella persona del primo ministro Theresa May ha replicato richiamando l'Animal Welfare Act 2006, una norma che contiene norme tutelanti per gli animali. Gli attivisti, al contrario, sostengono che solo con il recepimento giuridico del principio di Lisbona, il Regno Unito sarà vincolato a legiferare in maniera garantista per gli animali. L'Animal Welfare Act infatti non solo non fa cenno alla "sensibilità" animale, ma anche è una legge limitata agli animali da compagnia, escludendo i selvatici, gli animali da reddito e da laboratorio. I veterinari britannici riuniti nella BVA British Veterinary Association sostengono questa visione protezionistica del problema suffragata dal riconoscimento della senzienza animale su basi scientifiche. Alcune norme riguardanti il benessere animale durante il trasporto e la protezione nei macelli sono già state disattese fin dal marzo di quest’anno. La Brexit sembra preannunciarsi, almeno per ora, alquanto negativa verso la difesa del benessere animale.